Una storia di redenzione (poca) e di lotta contro il male – ancora meno. Una storia di discesa negli inferi, di perdita dell’innocenza, una disperata risalita e una nuova caduta. La Novizia indemoniata (dal rassicurante titolo originale Satanico Pandemonium) è tutto questo e molto di più.
Perché vedere questo film?
…ovviamente in quanto pellicola di alto spessore, perché in grado di rappresentare il disagio dell’uomo contemporaneo. Ti aspetteresti forse qualcosa di diverso?
Volevo vedere Ed Wood (1994) di Tim Burton, ma poi mi è stato consigliato di iniziare da Ed Wood; ho scelto Plan 9 from outer space e sono felice di averlo fatto, perché è un’ottima chiave di accesso al mondo di questo regista, un b-movie divertente, malconcio e ingenuamente fantasioso. Non c’è quasi niente in questo film che vada, ma proprio per questo è un’esperienza. Un film di zombie (anzi, ghouls), dischi volanti e alieni al limite dell’assurdo. Un film con una lezione di fondo. Non voglio anticipare niente, ma sappiate che se gli alieni scendessero sulla Terra, ci direbbero che siamo una manica di cialtroni. Potremmo dargli torto?
Ukiyo-e, “il mondo fluttuante”. Il volto delicato, etereo, quasi irreale del Giappone, quello che ha colpito al cuore la cultura occidentale nemmeno tanto tempo addietro. L’ispirazione, fra tanti altri, di Degas, Klimt, Monet. L’origine di figure delicate ed eroiche come Madama Butterfly. Maiko e geishe deliziose, che camminano a piccoli passi in viali costeggiati da ciliegi in fiore. Sentimenti espressi in punta di haiku. Eppure questa storia non contempla fiori di ciliegio, poesie e nemmeno canti d’amore.
Questo non è “Memorie di una geisha”.
Anzi, meglio non far incazz*** Yoshie: potrebbe ficcarvi dei gamberetti negli occhi. Altro che Madama Butterfly.
Due film, l’uno l’opposto dell’altro. “Machete Kills” (2013) di Robert Rodriguez,, mentre l’altro… ok, l’altro è… “Her” (2013) di Spike Jonze. Entrambi i film mi sono stati consigliati, ma ho sempre pensato di volerli vedere, il primo per ovvi motivi, il secondo più per curiosità che per altro. Entrambi hanno incontrato le mie attese. Machete già lo conoscevo. Solo Joaquin Phoenix mi inquietava, dalla locandina, in modalità “caso umano”. Quei baffi. Il “quasi” tono su tono. Rosa fucsia e rosso. Rosso mattone. Non so bene per quale motivo, ma questa locandina è stata per me a dir poco un deterrente.
“Bug – insetto di fuoco” (1975) è uno di quei rari casi in cui il film surclassa il libro da cui è tratto. Il libro potete trovarlo – se lo lasciate dove sta è meglio – nella serie Urania Mondadori: “La piaga Efesto” (1973), di Thomas Page. Il libro è qualcosa di mefitico, ma è un parere personale: potrebbe piacere a qualcun altro. Il film, invece, merita una menzione per la sua natura trash e c’era da aspettarselo, con lo slogan che hanno coniato per le sue locandine: “Il film che dovrete vedere a occhi chiusi”. Geniale. E non solo: la locandina raccomanda a visione terminata di controllare minuziosamente tubi di scappamento delle auto, di verificare la presenza di eventuali insetti sul proprio collo, fra i capelli o nel letto di casa. Io che posso raccomandarvi? Guardatelo, il film, fa abbastanza tristezza ma da quanto è cretino a volte fa tenerezza e strappa più di una risata. E l’insetticida lo terrei a portata di mano, non si sa mai.