“Don’t you get me wrong” / Jesus Christ Superstar

Jesus Christ SuperstarNon amo i musical e ancor meno i film a soggetto religioso: ecco perché sono sono sempre stata prevenuta nei confronti di Jesus Christ Superstar. Ho dovuto ricredermi (e devo ringraziare lui per questo), non solo perché trattasi di un’opera affascinante, ma perché qui, di religioso in senso deteriore, c’è decisamente poco. Nessuna opera di convincimento, niente proselitismo, nessuna nuova tappa nell’assurda gara per la più fedele riproduzione dei fatti e nemmeno una stucchevole quanto inutile celebrazione. A suo modo, definirei Jesus Christ Superstar un film spirituale, l’espressione di dubbi circa un aspetto cardine della cultura occidentale.

Il maggior merito che riconosco a Jesus Christ Superstar è l’aver anteposto l’interpretazione all’imitazione. Non è semplice affrontare un soggetto a sfondo religioso. Si possono privilegiare “i fatti”, rischiando di non aggiungere niente, confermando l’apice dello sviluppo della dottrina fino a quel momento. Nell’arco dei secoli si sono susseguiti concili su concili, e aggiustamenti in apparenza minimi sono stati sufficienti per dare la caccia a intere comunità, condannate per eresia. Dogmi sono stati introdotti fino al secolo scorso ed è impensabile con queste premesse creare qualcosa di definitivo, anche su tematiche religiose. Su quale base privilegiare una data documentazione? L’imitazione rischia di essere fallimentare in partenza. Quali scelte in ambito di documentazioni? Quali fonti privilegiare? Descriveremo fatti realmente accaduti (nonostante tutti i dubbi sulla storicità di quest’ultimi, che non possiamo ignorare) o saremo costretti a mantenerci in un ambito più simbolico? Non facciamo in tempo a rispondere che dobbiamo barcamenarci fra quello che la Chiesa cattolica accetta e altre fonti, molto popolari e prese da taluni come dati di fatto, ma non del tutto sostenute dalla Chiesa, come per gli scritti dalla ValtortaJesus Christ Superstar si basa sull’unica cosa che in tutti questi anni è rimasta pressoché invariata e che si può raccontare: siamo noi, il nostro farci delle domande, il dubbio e la ricerca di un punto di riferimento. Diventa allora persino comprensibile che la divinità di Gesù in questa pellicola sia messa in forte dubbio – se non apertamente negata – fin dalle prime battute. Si badi, molto probabilmente non vuole essere una mancanza di rispetto, ma un forte punto di domanda. Quando non si può spiegare il divino e quando chi ha il compito di avvicinarci ad esso ce lo allontana, possiamo solo tornare all’umano, a ciò che siamo. Jesus Christ Superstar rinuncia a spiegare, si limita a chiedere, cosa che spesso fa uno dei suoi protagonisti, Giuda, per tutta la durata del film, ma soprattutto in Superstar. Dirà a Gesù “Don’t you get me wrong”, “non mi fraintendere”, giustamente. Negli anni, ci siamo forse sentiti soli, persi di fronte a tante spiegazioni aride e per cavilli. Nei secoli, qualcosa è cambiato, e questo film colorato e gioioso, fatto di esplosioni di musica, così energico, nasconde un cuore cinico e sottilmente deluso.

 

Inizia tutto con una troupe di giovani che si riuniscono presso un gruppo di rovine per allestire uno spettacolo. Indossano abiti semplici, giusti per il periodo in cui il film è stato girato, ma non necessariamente correlabili alla contemporaneità. Quello che vediamo è espressione di una mescolanza di antico, immaginifico e contemporaneo. La riduzione al minimo di scenografia, aiuta a concentrarsi sia sulla bellezza delle coreografie, sia su quanto il messaggio passato possa essere tagliente. Tutto ciò facilita il nostro personale coinvolgimento con la vicenda, di qualsiasi confessione siamo, credenti o meno, atei, deisti o agnostici. Visto che volenti o nolenti siamo condizionati da una cultura cattolica/cristiana, siamo comunque chiamati a confrontarci e a poter dire la nostra. Il Cristo che ammette impotenza nei confronti dei troppi poveri potrebbe riecheggiare l’impotenza di un’istituzione Chiesa che per troppo tempo ha sfoggiato ricchezza e non ha mai realmente cercato di porre fine alle disparità nella società mondiale, occupandosi di altro. Il tempio di Gerusalemme scatena anche qui la rabbia di Gesù, che si abbatte su tutto, oggetti semplici, oggetti antichi, oggetti moderni e simbolici: specchi, prostitute, cartoline, armi da guerra… Indipendentemente dall’ambientazione, il messaggio è attualizzato: il tempio di Gerusalemme è tutto il mondo da rovesciare, il potere, la salvezza che si fa pagare a peso d’oro. Le indulgenze di ieri e la fede commercializzata che si può vedere oggi in certi luoghi di culto massificati. L’umanità di Cristo, tanto deprecata come blasfemia, potrebbe rappresentare un comprensibile bisogno di avvicinarsi a un personaggio che si sente lontano, a qualcuno da cui vorremmo essere rassicurati. Ritenere blasfemo questo film significa lasciarsi sfuggire uno dei messaggi di fondo: non possiamo permettere che l’involucro diventi più importante della sostanza, che il rito sostituisca l’azione consapevole.

Jesus JudasE poi c’è Giuda, personaggio controverso; il traditore secondo la tradizione cattolica diventa in Jesus Christ Superstar l’elemento di confronto per eccellenza. Si distacca subito dal gruppo e la sua distanza si manterrà sempre: realistico eppure idealista, vuole il benessere anche materiale della sua comunità, apprezza Gesù ma lo critica, pone le proprie domande senza soggezione. Desidera essere ascoltato, perché per primo assiste al precipitare degli eventi, quando il Sinedrio inizia a mettere gli occhi sul movimento di Gesù e dei suoi seguaci. Gesù avverte come il culto della sua persona gli stia sfuggendo di mano, come le sue parole siano state dimenticate, come tutto quello che di buono sia stato fatto sia stato calpestato. Giuda non fa che sottolineare tutto questo, fino al compimento di un destino che lo unisce a Gesù, il tradimento e la crocifissione. Un destino pesante, che entrambi vorrebbero evitare, ma che allo stesso tempo sanno di non poter ignorare. Il tradimento di Giuda non viene stigmatizzato, anzi, l’uomo sembra innescare i fatti dopo una riflessione lunga e sofferta, non ne fa mistero con quest’uomo che tanto ammira. Il suo è un tradimento “necessario”, ma non per questo è meno pesante. Gesù sembra capirlo e infine accetta il suo destino, compiutosi per mano dell’amico.

31 pensieri su ““Don’t you get me wrong” / Jesus Christ Superstar

  1. Dici benissimo ma per favore ascolta la versione studio originale oltre a quella cinematografica e dimmi quale Giuda preferisci, non entro nel merito si quale sia il Gesú migliore, per me è molto importante!

    1. Lo farò sicuramente, poi ti saprò dire, intanto ti ringrazio del consiglio 😀 mi ha impressionato già tanto la versione cinematografica, sarò felicissima di ascoltare anche l’altra.

  2. Non l’ho ancora visto, ma è in programma di essere visto, soprattutto dopo la tua analisi così accurata e ben fatta.
    Ho solo potuto sentirmi tutta la colonna sonora grazie ad uno spettacolo della banda di paese, con cantori professionisti e ballerine. A parte il fatto che mi sono lasciato distrarre la maggior parte del tempo dalle ballerine, la musica è ECCEZIONALE! E’ bastato questo per spingermi a volerlo vedere, seppur fossi sempre rimasto titubante proprio per le stesse motivazioni che hai indicato tu all’inizio. 🙂

    1. Avere i sottotitoli aiuta parecchio, i testi rischiano sempre di sfuggire. E poi lo spettacolo c’è, diamine se c’è, ti rapisce veramente, ti coinvolge e certamente distoglie … Le ballerine 😀 posso capire che facciano la loro figura… anche nel film sono bellissime, ma dal vivo è un’altra roba sicuramente. Questo è il tipico film che vedi una volta per divertirti e una seconda per capirlo meglio – e altre dieci volte come ho fatto io, ma sono un caso a parte. Vedilo assolutamente, poi mi dirai…

  3. Sono affezionatissima, per ragioni personaladolescenziali, a questo musical: puoi immaginare quanto mi abbia fatto piacere leggere il tuo post (e anche quello che ti ha “ispirato”).
    Ciao, Francesca! A presto.

  4. Il miglior Giuda cinematografico della storia, un personaggio travagliato, condannato al ruolo di maledetto traditore che mette in guardia Gesù rispetto alle conseguenze anche indesiderate, che potrebbe avere la sua ‘rivoluzione’

    1. Condivido tutto! assolutamente, Giuda ha uno sguardo che vede lontano, cosa che non si può dire di gran parte degli altri personaggi, certamente ben strutturati, ma prigionieri ognuno delle proprie illusioni. Nessuno come lui capisce quello che succede ed è indicativo che sia sempre inascoltato. Il “maledetto”, poi… ti dirò, non ho mai voluto vedere in Giuda un “diabolico”, ma esattamente come in JCS tutt’al più una vittima di un destino più grande – lui innesca tutto, lui, il “capro espiatorio”. Giuda condivide un frammento della responsabilità di Gesù, vive più di tutti la sua tragedia. Insomma, voglio dare a questo film anche il merito di aver restituito a Giuda una dimensione più umana. Finalmente, direi.

  5. Non sono una grande appassionata di cinema, ma la tua analisi del film è veramente interessante. Ogni volta che ti leggo rimango affascinata. Mi trovo completamente d’accordo con la tua visione di Giuda (e con quella del film).

    1. Grazie 😀 non è stato semplice trovare il modo di esporre le mie idee sul film, ma soprattutto su Giuda, personaggio su cui ho riflettuto indipendentemente da quest’opera nello specifico. Materia molto delicata, su cui troppi hanno già parlato, solitamente per avere l’ultima parola. Non posso dire di essere soddisfatta di quanto abbia scritto al 100%, ma già così non è poco nemmeno per me… puoi immaginare quanto apprezzi il trovare sostegno in chi mi legge. Davvero 🙂

  6. Ricomincio perchè è sparito tutto.
    Lessi e apprezzai molto lo scritto di Andrea ed come al solito feci anche un mio commentino sommario e timido; il tuo lavoro nn è da meno. Non mi soffermo sul valore intrinseco del messaggio sia del musical che del film perchè certamente un messaggio c’è ed è dato dalla rappresentazione sia di Gesù che, sopratutto, di Giuda Escariota e del ruolo ‘negativo’ da lui svolto che va ascritto all’accadimento degli eventi voluti da Dio.
    Dunque un Giuda con il marchio del traditore ‘ a sua insaputa’ diremmo oggi. Non è così semplice e ti suggerisco un libricino molto interessante di Gustavo Zagrebelsky: Giuda Il tradimento fedele.

    Dopo di che ovviamente la mia età vetusta fa sì che io mi ricordi il musical a Londra alla fine degli anni Settanta e, solo per fare contento un amico due anni fa al Sistina di Roma perchè non amo molto questo genere di spettacoli.

    Scusa il mio essere approssimativa nello scrivere ma sappi attentissima nell’apprezzare e godere della tua lettura.

    sherassonnatabbacchiatadall’afa

    1. Ma io sono felicissima di leggerti e non sei affatto approssimativa, anzi… questo libro che mi consigli lo cercherò più che volentieri, perché l’argomento mi ha sempre interessato… non solo per Giuda, ma per generalmente lo studio delle religioni e della religiosità. Sono da sempre convinta che il divino rispecchi molto spesso l’umano, per cui studiando queste tematiche non faccio che cercare di conoscere meglio noi, uomini e donne… come puoi immaginare se ne riparlerà ancora… sto rispolverando il buon vecchio Feuerbach, mio grande amore al tempo del primo anno di storia all’università 😀

  7. ps. Non ricordo chi ha obiettato di non conoscere la figura di Gesù in quanto ‘non credente’.
    In contrapposizione a questo io, di famiglia agnostica, vorrei segnalo un libro molto interessante dell’antropologa Ida Magli, appunto, Gesù e uno più recente di Corrado Augias Inchiesta su Gesù poichè credenti o non il ‘personaggio ha lasciato un segno tangibile del suo passaggio terreno e diversamente sarebbe fantascienza parlare di Giuda.

    un inchino

    1. Augias lo lessi a suo tempo, amatissimo da mia nonna fra l’altro (le comprai questo libro e altri, uno fra le cose sulla Madonna mi pare), sto seriamente pensando di dargli nuovamente una lettura… Ida Magli mi manca e il taglio antropologico del suo studio mi interessa e parecchio.

      ps. grazie per l’inchino, che ricambio senz’altro 🙂

      1. Ida magli ha analizzato anche la figura di Maria anche lei in modo molto pragmatico valutando certamente le implicazioni religiose ma come cornice
        storica.
        sheraffannataffeantadallafaromana

  8. Bravissima fra!!! Bella rece come semprissimo, e opera fuori di testa jcs !!!! Che bisogna che me la risparo al piu presto perche’ ne parlate tutti e per me e’ passato troppo tempo… Che mi vien voglia di rivederla 🙂

    1. Grazie 😀 sapevo ti sarebbe piaciuto il film anche se non distopico (ok, poi non la uso più ‘sta parola, promesso)… veditelo e gioiscine, è troppo bello. Anzi, stasera mi cerco la versione studio da ascoltare 🙂

  9. Cara Francesca, per prima cosa mi scuso anche qua per l’estremo ritardo con cui faccio capolino e spero tu mi perdoni. E poi veniamo alle tue riflessioni che sono superlative 🙂 E che ovviamente condivido totalmente e sono felice che prima di andarmene da WordPress (più o meno per sempre o forse no…) sono riuscito a convincerti a guardare questo film 😛 eheh Sempre difficile parlare di questa pellicola, ma in un modo o nell’altro le parole trovano modo di uscire. Ritengo sempre di più JCS il più bel film spirituale che esista, spirituale nel senso che trascende la (o una qualsiasi) fede religiosa, ma nel senso di ricerca di un senso a noi e a ciò che ci circonda. Ecco, lo sapevo, ora mi hai fatto venire voglia di rivedere il film!!! 🙂 Un sorriso

    1. Un grande film spirituale prima che “religioso” in senso stretto, hai praticamente detto tutto in una frase. Grazie per aver apprezzato le mie riflessioni, ma sappi che sono in grandissima parte merito tuo 😀 se non ti avessi dato retta avrei continuato a farmi mancare Jesus Christ Superstar, e ciò è molto male. Sai cosa, m’hai fatto tornare voglia di rivedere per la X volta il film accidenti…
      Un sorriso anche a te 🙂

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